La Repubblica Veneta nel 1515 era ancora in lotta contro l'Impero austriaco che faceva parte della Lega di Cambrai, e le truppe venete comandate dal generale Bartolomeo d'Alviano erano accampate nel marzo di quell'armo fra Treviso e Oderzo. Faceva parte di quell'esercito il soldato padovano Augusto Trapolin di buona famiglia, il cui padre era dottore nella nostra città. Il Trapolin e altri due soldati il 29 marzo, mandati in perlustrazione passavano a cavallo nella frazione di Olmo e sulla porta di una casetta di campagna videro una bella ragazza: l tre soldati chiesero ad essa la strada per Oderzo, essa l'indicò loro, ed al dialogo si affacciarono alla finestra due suoi fratelli che i soldati invitarono a scendere. Scesero questi ed i tre li afferrarono e li legarono schiena contro schiena e li buttarono in un fosso che per fortuna era asciutto. Quindi afferrata la ragazza la trascinarono in casa. Dai vicini furono uditi pianti e grida e poi silenzio e mezz'ora dopo i tre ribaldi risaliti a cavallo si avviarono verso Oderzo. Venuto a conoscenza di questo fatto il Consiglio dei Dieci, ordinò l'arresto dei tre soldati al quale si oppose il generale d'Alviano, ma il Consiglio insistette e il, generale dovette cedere. Ormai due erano fuggiti e venne condotto a Venezia soltanto il Trapolin che avendo confessata la sua colpa venne condannato' al carcere avita. Un anno dopo egli fece dire che se il Senato lo avesse graziato avrebbe sposato la ragazza violata. La grazia gli venne concessa, egli si recò all'Olmo, sposò la ragazza e venne con lei ad abitare a Padova sua patria.
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